Gio.Kernel - Blog di Giovanni B. Saccone in diretta dall'Italia! - Apple, Mac, Lezioni di Vita, Video, Internet, News, Google, Chi più ne ha più ne metta! :-)

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domenica 17 maggio 2009

Il culto Think Different

Ieri vi ho proposto il famoso spot della storica campagna pubblicitaria "Think Different" di Apple. Oggi vi propongo qualche riflessione...


Think Different è persino grammaticalmente non corretto, perchè dovrebbe essere scritto “Think Differently”. Ma niente riesce a togliere potenza alla campagna pubblicitaria - giocata contemporaneamente con uno spot televisivo e migliaia di affissioni - più importante fra tutte quelle utilizzate da Apple in oltre trent’anni di storia. Think Different, “pensa in maniera differente”, è un esercizio di comunicazione emozionale che ha fatto scuola al punto di essere una delle campagne più imitate al mondo. Se lo scopo della pubblicità è suscitare emozioni che accendono i desideri, i quali, a loro volta, spingono agli acquisti, Think Different ridefinisce lo scopo della pubblicità perchè fa qualcosa in più. Costruisce delle identità. Spiega cioè, in chiave emotivo-evocativa, che cos’è Apple, che cos’è il suo prodotto di punta (il Macintosh) e chi è il suo utilizzatore. E questo, nel 1997 era il principale problema di Steve Jobs una volta tornato alla guida di Apple.

Cambiare il mondo era l’obiettivo del Macintosh più che dei personal computer di Apple che l’avevano preceduto, e questa dichiarazione molto ambiziosa è entrata, in un modo o nell’altro, non solo nel DNA della casa di Cupertino, ma anche dell’intero settore. E per cambiare il mondo è necessario pensare alle cose di tutti i giorni in maniera molto differente, dal punto di vista razionale, ma anche emotivo. Questo era il cuore, nato con il Macintosh, della strategia per la realizzazione dei prodotti Apple una volta che, nel 1997, Steve Jobs riprese il controllo dell’azienda. E questa è anche l’idea dietro alla comunicazione affidata nuovamente a Chiat/Day (l’azienda pubblitaria responsabile delle iniziali campagne pubblicitarie di Apple coronate da successo, come 1984, NDR).
La campagna Think Different, spiegava il 3 Agosto 1998 al New York Times Allen Olivo, allora responsabile per le worldwide marketing communications, è “per le persone alle quali non importa che cosa faccia il computer, ma a cui interessa cosa possono farci. La premessa è che quanti usano il computer di Apple sono differenti, e che noi che produciamo computer per quei pensatori creativi che credono che un individuo possa cambiare il mondo”.

La campagna Think Different era basata su uno spot televisivo e su poster e affissioni in cui comparivano i volti dei personaggi contemporanei definiti “i folli”: Bob Dylan, Albert Einstein, Ted Turner, Pablo Picasso, John Lennon e Yoko Ono, Thomas Edison, Muhammed Alì, Alfred Hitchcock, Miles Davis, Lucille Ball e Desi Arnaz, Marthin Luther King, Amelia Everhart, Jim Henson, Rosa Parks, Frank Lloyd Wright e persino l’attore Jerry Seinfeld.
“Non stiamo cercando di dire che queste persone utilizzano i computer di Apple - dichiarava sempre al New York Times Lee Clow, a capo della creatività di TBWA/Chia/Day - o che li avrebbero potuti usare. E’ una celebrazione emotiva della creatività, il modo con il quale dovremmo sempre parlare di questo brand.

Gli effetti immediati della campagna pubblicitaria, insieme alla nuova generazione di prodotti che cominciano ad affacciarsi al mercato, portano una boccata di ossigeno ad Apple. E poi c’è la mitologia della campagna stessa, che dura a distanza di tanti anni. Ad esempio l’ultima versione del sistema operativo Mac OSX, la 10.5 chiamata Leopard, fa un piccolo omaggio quasi invisibile a Think Different.


[via TheAppleLounge]

venerdì 3 aprile 2009

App Store: copiate bene cari produttori!

I grandi artisti rubano, i bravi artisti copiano.




Proprio vero... Meno di un anno fa Apple ha inventato e organizzato l'App Store, l'ennesimo progetto copiato in varie salse. Ovviamente iPhone non bastava, anche perché iPhone da solo senza le applicazioni degli sviluppatori non ha molto senso. Ora è la volta di App Store, vediamo chi c'è in lista:
La prova che Apple ha fatto davvero centro! Ciò spiega anche il motivo per cui Apple è gelosa dei propri prodotti e delle proprie invenzioni: l'App Store e l'iPhone sono l'esempio migliore.

Ovviamente per ora si tratta solo di rincorsa da parte dei signori sopracitati, non di innovazione. Come disse Steve Jobs presentando l'iPhone di prima generazione, l'iPhone è un prodotto che rispetto alla concorrenza è avanti circa cinque anni. Il 2009 sarà il terzo anno per iPhone e a giugno non solo i MacUser e i possessori di iPhone saranno attratti dalla presentazione del nuovo modello, ma molte molte più persone, persone che magari non ti aspetteresti interessate all'evento. Perché? Per i produttori ci sarà da vedere cosa copiare, gli utenti ammireranno i progressi, chi ha comprato un BlackBerry si mangerà le dita, chi è alle prese con Windows Mobile pregherà che Microsoft prenda ispirazione dall'evento.









mercoledì 1 aprile 2009

33 anni di Apple!


Oggi, a parte il Pesce d'Aprile, ricorre un altro accadimento storico. Oggi si celebrano i 33 anni di una grande società: Apple, fondata l’1 aprile 1976 a Cupertino da Steve Jobs, Steve Wozniak e Mike Markkula!! E l'1 aprile fu scelta proprio da Steve Jobs come giorno propizio per ricordare meglio la fondazione della società. Tanti auguri Apple!

33 anni fa Apple vendeva kit per la costruzione casalinga del computer Apple I, allora contava tre dipendenti, compresi i tre fondatori, e il fatturato nel primo anno si aggirò sui 25 mila dollari.

Oggi Apple conta oltre 35.000 dipendenti e nell’ultimo anno ha fatturato circa 32 miliardi di dollari.



Una crescita davvero lodevole!! Auguri Apple!!

sabato 28 marzo 2009

Apple sta facendo il miglior lavoro di tutta la sua storia

"C’è una ampiezza, una profondità e un senso del ruolo straordinari nell’esecutivo di Apple. E questi manager guidano oltre 35.000 impiegati che definirei dannatamente intelligenti in tutte le aree della società, dagli ingegneri al marketing, dalla base operativa alle vendite, fino a tutto il resto.

Ed i valori della nostra società sono estremamente radicati. Sapete, noi crediamo di essere sulla faccia della terra per creare grandi prodotti, e questo non cambierà nel tempo. Siamo costantemente attenti all’innovazione. Crediamo nella semplicità, non nella complessità. Riteniamo di dover possedere e controllare le tecnologie alla base di tutti i prodotti che creiamo, e di dover partecipare solo nei mercati in cui il nostro contributo può essere determinante. Noi crediamo nella necessità di dover dire di no a migliaia di progetti, così che possiamo concentrarci solo sui pochi realmente importanti o significativi per noi. Crediamo nella stretta collaborazione e nella reciproca ispirazione dei nostri gruppi, ed è questo che ci consente di innovare in modi irraggiungibili per gli altri. E onestamente, non aspiriamo a niente meno che all’eccellenza in ogni gruppo della società; possediamo l’onestà intellettuale di ammettere quando sbagliamo e il coraggio di cambiare.

E credo che, a prescindere da chi lavora a cosa, questi valori siano tanto innervati nella società che Apple si comporterà estremamente bene. E vorrei ribadire un concetto espresso all’apertura da Peter: credo fortemente che Apple stia facendo il miglior lavoro di tutta la sua storia."

Tim Cook

lunedì 23 marzo 2009

DELL, errare è umano, perseverare è diabolico


Brutte nuove per DELL (la società che durante la crisi degli anni ‘90 suggerì a Steve Jobs, appena rientrato in Apple, di liquidare la società e restituire i soldi agli azionisti). Dopo anni di vita all’ombra del successo di Apple, l’azienda di Michael Dell ha tentato di lanciare il suo anti-iPhone, ma con scarso successo. Talmente scarso che gli operatori americani a cui affidare l’esclusiva non ritengono che le condizioni dettate dalla società valgano lo sforzo del lancio. In altre parole, gli operatori reputano il dispositivo di DELL “niente di che”, molto simile a tanti altri presenti sul mercato.

Ironia della sorte, gli operatori che l’hanno rifiutato hanno fatto a gara per avere l’iPhone. E pensare che fanno a gara per averlo e che il successo del telefono della Mela non conosce rivali. Niente male per una società che doveva essere liquidata perchè ritenuta inutile.

L'ennesimo palo che DELL si è preso: le sue difficoltà nel settore degli smartphone non stupiscono! Qualche anno fa la società texana aveva provato ad attaccare il business dei player musicali, cercando di scalzare Apple, fallendo clamorosamente l'obbiettivo e facendo marcia indietro dopo poco tempo con perdite ingenti dal punto di vista finanziario.

Per la serie: errare è umano, perseverare è diabolico

Chissà se DELL ha capito l'andazzo...

martedì 17 marzo 2009

Microsoft copia (male) - Almeno lo facesse bene!

VS
Recentemente Apple ha passato un interessante traguardo: più di 25000 applicazioni presenti in App Store! Ovvero più di 25000 applicazioni per iPhone e iPod Touch..!! In meno di un anno poi. In altre parole, un successo strepitoso.

Che fanno gli altri signori della concorrenza?? Come disse Picasso, I grandi artisti copiano, i veri artisti rubano. Questo era anche il motto di Steve Jobs fra gli anni '70 e '80, ai tempi della realizzazione del Macintosh: egli concesse a Bill Gates tre prototipi del Macintosh. Questo perché non lo riteneva un vero artista, cioè più che copiarlo non avrebbe saputo fare veramente tanto di più... Infatti Windows si è sempre dimostrato meno stabile di Mac OS. E allora perché Windows si è diffuso maggiormente? Perché l'IBM, che allora dominava il mercato dei computer, aveva acquistato dai signori di Redmond la licenza per vendere Windows sulle proprie macchine. Se tutti usano IBM (perché c'è da sempre) e l'IBM adotta Windows, è chiaro che tutti usano Windows! Senza considerare l'ipotesi di altri sistemi maggiormente affidabili e performanti.

Torniamo all'App Store...

Come è vero che i tempi cambiano, è altrettanto vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Dopo l’annuncio dell’uscita di Google Market (il negozio virtuale di applicazioni per Android), anche Microsoft avrà un servizio che consentirà di acquistare e scaricare applicazioni per Windows Mobile, proprio come avviene con l’App Store. Non c’è che dire, Apple continua a fare scuola.

Ovviamente, per cercare di rendere meno palese la copiatura, qualche ritocco è quasi d'obbligo: peccato che i cambiamenti non sempre sono in positivo. Anzi... Vediamo i dettagli dell'App Store di Microsoft e relativi prezzi chiesti agli sviluppatori per pubblicare su Marketplace Mobile. Uno sviluppatore, una persona qualunque, che volesse pubblicare la propria applicazione su Microsoft Marketplace deve sottoscrivere un abbonamento annuale di 99$ che gli dà diritto a uploadare solo 5 applicazioni. Ogni applicazione aggiuntiva avrà un costo di altri 99$.

Vediamo l'App Store originale, quello di Apple. Dopo il pagamento una tantum di 99$, consente di pubblicare quante applicazioni di vogliono. Per sempre. Una bella differenza!

Insomma, malgrado alla Microsoft si cerchi di ripetere il successo di App Store, le scelte sul come farlo sono quantomeno discutibili. La storia come vedete cambia poco: i servizi proposti e realizzati da Microsoft sono una copia spudorata di quelli già creati da Apple per iPhone, con sole due differenze: il nome e l'affidabilità.