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domenica 29 marzo 2009

Internet, la III piattaforma TV

Tempo fa avevo iniziato a parlare di Reti di Telecomunicazioni. Oggi vi propongo una notizia presca fresca...

Il mezzo trasmissivo?? La fibra ottica si presume, per avere un'economica banda larga: si pensa a questa come ad una piattaforma ideale per veicolare contenuti TV alle famiglie. Ad affermarlo è il Sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani, che spiega come l’obiettivo del Ministero sia quello di farla diventare la terza piattaforma televisiva, dopo quella satellitare e quella digitale terrestre.

Oggetto del piano è incentivare la diffusione di servizi e contenuti distribuiti tramite banda larga, in modo da attirare l’utenza grazie ad un’offerta ricca e variegata. Per riuscire nell’intento, il Governo chiede l’aiuto delle Regioni e del Corecom, che dovranno collaborare a stretto contatto in maniera da completare il progetto nel giro di alcuni anni.

Romani ha aggiunto inoltre che entro alcune settimane verrà presentato ufficialmente il piano di sviluppo della banda larga nel nostro Paese, un piano che dovrebbe consentire all’Italia di recuperare il terreno perso nei confronti di altri Paesi, pianificando meglio gli investimenti dei prossimi anni per adeguare l’intera infrastruttura tecnologica delle telecomunicazioni del Paese.

Un ammodernamento e un potenziamento da cui dipende direttamente anche l’utilizzo per scopi televisivi della Rete, cosa che, come detto, pare essere valutata con attenzione dal Ministero. Eloquenti sono le stesse parole del Sottosegretario:

"Puntiamo a fare della banda larga la terza piattaforma per la trasmissione televisiva entro il 2011 o il 2012. Oltre alla piattaforma satellitare e a quella digitale terrestre, i cittadini avranno a disposizione la banda larga tra i 2 MB e i 20 MB per veicolare contenuti e servizi sempre più innovativi. Un valore aggiunto sia per le imprese sia per i cittadini. Per fare questo è necessario avviare una stretta collaborazione con le Regioni e aprire una fase di consultazione anche con i Corecom."

Da notare che la spinta all’innovazione tecnologica del Paese è lodevole, speriamo che vengano messe da parte le logiche di partito al fine di consentire all’Italia di raggiungere e superare quei paesi che ci stanno davanti. Mi auguro anche che Telecomitalia, che per decenni ha dettato le politiche di sviluppo delle reti di telecomunicazioni italiane (le stesse che spesso ci hanno lasciato indietro), non metta, come si sul dire, i bastoni fra le ruote...

lunedì 23 febbraio 2009

L'Europa vuole le chiavi di Skype

Le intercettazioni via Skype non sono più una questione solo italiana. Anche l'Unione Europea è stata investita del problema, e l'agenzia Eurojust ha avviato un'indagine formale per stabilire quali siano i mezzi tecnici e giuridici necessari ad implementare un meccanismo di wiretapping analogo a quello già esistente per la telefonia fissa e mobile tradizionale.

"Dietro richiesta della Direzione Nazionale Antimafia di Roma - si legge in una nota - la rappresentanza italiana presso Eurojust giocherà un ruolo fondamentale nel coordinamento e nella cooperazione per l'investigazione nell'utilizzo dei sistemi di telefonia internet (VoIP), quale Skype". L'agenzia, prosegue poi il comunicato, sarà a disposizione degli organi giudiziari dei paesi membri per "superare gli ostacoli tecnici e giuridici all'intercettazione dei sistemi di telefonia internet, tenendo conto delle differenti regole per la protezione dei dati e il diritto alla privacy".

L'iniziativa in sede UE segue di poche ore quella analoga del ministero degli Interni italiano, che aveva dato vita la scorsa settimana ad una "task force per decriptare le informazioni che viaggiano su Skype", su mandato diretto del titolare del dicastero, il ministro Roberto Maroni. Una task force interforze, nata con "l'obiettivo di ricercare soluzioni tecnologiche e normative per rendere fruibili ai fini investigativi e giudiziari le intercettazioni telematiche". Al Ministero sembrano dunque preoccupati dell'utilizzo che di queste tecnologie possono fare i malviventi. Lo scopo di questa iniziativa comunitaria "non è impedire agli utenti di giovarsi di queste tecnologie, ma di prevenire che i criminali utilizzino Skype e altri sistemi per organizzare le loro azioni illegali".

La questione della cifratura del protocollo Skype è tuttavia complessa. Lo scorso anno, la Cina aveva fatto sapere di aver iniziato l'intercettazione di tutte le chat testuali effettuate attraverso il programma di instant messaging di proprietà di eBay. Dalla vicina Austria, inoltre, era giunta notizia che l'indecifrabile cifratura delle telefonate non fosse poi così indecifrabile: sarebbe bastato chiedere le chiavi al produttore per ottenere gli stessi servizi già oggi possibili su altri tipi di protocolli e protezioni numeriche.

In ogni caso, la sede legale di Skype Technologies - vale a dire chi detiene il marchio e la tecnologia di Skype è in Lussemburgo: da notare che sebbene il piccolo stato sia membro dell'Unione Europea sin dalla sua fondazione, il suo ordinamento giuridico peculiare al momento sembra tenere fuori dalla portata degli altri paesi la riservatezza delle chiacchiere fatte a mezzo del programma. A meno, naturalmente, di diversi accordi in tal senso. Skype ha già fatto sapere che, da parte dell'azienda, c'è tutto l'interesse a collaborare.