Gio.Kernel - Blog di Giovanni B. Saccone in diretta dall'Italia! - Apple, Mac, Lezioni di Vita, Video, Internet, News, Google, Chi più ne ha più ne metta! :-)
Oggi, a parte il Pesce d'Aprile, ricorre un altro accadimento storico. Oggi si celebrano i 33 anni di una grande società: Apple, fondata l’1 aprile 1976 a Cupertino da Steve Jobs, Steve Wozniak e Mike Markkula!! E l'1 aprile fu scelta proprio da Steve Jobs come giorno propizio per ricordare meglio la fondazione della società. Tanti auguri Apple!
33 anni fa Apple vendeva kit per la costruzione casalinga del computer Apple I, allora contava tre dipendenti, compresi i tre fondatori, e il fatturato nel primo anno si aggirò sui 25 mila dollari.
Oggi Apple conta oltre 35.000 dipendenti e nell’ultimo anno ha fatturato circa 32 miliardi di dollari.
"C’è una ampiezza, una profondità e un senso del ruolo straordinari nell’esecutivo di Apple. E questi manager guidano oltre 35.000 impiegati che definirei dannatamente intelligenti in tutte le aree della società, dagli ingegneri al marketing, dalla base operativa alle vendite, fino a tutto il resto.
Ed i valori della nostra società sono estremamente radicati. Sapete, noi crediamo di essere sulla faccia della terra per creare grandi prodotti, e questo non cambierà nel tempo. Siamo costantemente attenti all’innovazione. Crediamo nella semplicità, non nella complessità. Riteniamo di dover possedere e controllare le tecnologie alla base di tutti i prodotti che creiamo, e di dover partecipare solo nei mercati in cui il nostro contributo può essere determinante. Noi crediamo nella necessità di dover dire di no a migliaia di progetti, così che possiamo concentrarci solo sui pochi realmente importanti o significativi per noi. Crediamo nella stretta collaborazione e nella reciproca ispirazione dei nostri gruppi, ed è questo che ci consente di innovare in modi irraggiungibili per gli altri. E onestamente, non aspiriamo a niente meno che all’eccellenza in ogni gruppo della società; possediamo l’onestà intellettuale di ammettere quando sbagliamo e il coraggio di cambiare.
E credo che, a prescindere da chi lavora a cosa, questi valori siano tanto innervati nella società che Apple si comporterà estremamente bene. E vorrei ribadire un concetto espresso all’apertura da Peter: credo fortemente che Apple stia facendo il miglior lavoro di tutta la sua storia."
Ogni anno, la rivista Fortunecompila la classifica delle aziende mondiali di maggior successo. Quest’anno Apple conquista per la seconda volta la vetta della famosa lista, guadagnando il titolo di “Azienda più ammirata“.
Fortune ha sottolineato come Apple abbia ottenuto risultati eccellenti nonostante i vari problemi che ultimamente stanno imperversando sul settore informatico. La crisi economica e il momentaneo abbandono di Steve Jobs non hanno impedito ad Apple di dominare il mercato ricavando altissimi guadagni, mentre i competitor hanno registrato ingenti perdite.
A tutto questo si aggiunga che l’azienda di Cupertino non ha rivali sul versante dell’innovazione. Ogni prodotto rilasciato sul mercato diventa immediatamente l’oggetto di riferimento per l’intero settore. Basti pensare al caso iPhone: in pochissimo tempo tutti i principali produttori di smartphone hanno introdotto modelli multitouch e avviato propri negozi virtuali sul modello di App Store.
Se nella classica globale Apple sbaraglia la concorrenza, nella lista dedicata solo all’industria dei computer Cupertino si deve accontentare del secondo posto. Xerox, infatti, conquista la vetta mentre il rivale più famoso di Apple, Dell, si attesta al sesto posto.
Davvero un bel risultato!! Complimenti Apple!! Alla facciazza di chi dice che Apple non è competitiva o è un'azenda che fa solo da contorno al mercato..!!
Ho scelto di inserire nel mio blog questa sorta di preghiera del Mac-user, solo perché mi è sembrata una cavolata carina, l'ennesima da parte di un fan di Apple...
Da recitare ogni volta che il Mac subisce dei rallentamenti, prima di un Keynote e dell’acquisto di un nuovo prodotto, per scongiurare qualsiasi problema o difetto. Da recitare ogni volta che un Win-user cerca di distoglierti dalla stabile via UNIX, sempre prima di andare mettere in stop il proprio Mac o prima di risvegliarlo, per assicurarsi che tutto funzioni alla perfezione.
Credo in una sola casa, madre onnipotente creatrice di Mac e di iPod di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo player iTunes, figlio di media player nato da Apple prima di tutti i jukebox. iPod da iPod, Mac da Mac, Apple da Apple. Generata non creata da diversa sostanza di Microsoft, per mezzo di lei tutte le cose buone sono state create. Per noi Windows user e per la nostra salvezza discese da Berkley e per opera di zio Steve si è incarnata in NEXT e si è fatta grande. Fu crocifissa sotto John Sculley mori e fu sepolta, pochi anni dopo è resuscitata secondo le parole di Jobs. Salita in alto taglierà la testa al gigante e di nuovo verrà nella gloria per giudicare winuser e macuser e il suo regno non avrà fine. Credo nel progetto HFS che è signore è da la vita ai files e procede dalla madre e dal figlio (hfs+) con la madre e i figli è adorato e glorificato e parla per mezzo delle directory. Credo in Apple, una sola, solida e closeplatform. Professo un solo rituale per la chiusura delle applicazioni aspetto la risurrezione di MobileMe e la vita di Snow Leopard che verrà. Apple.
Il 12 giugno 2005 Steve Jobs, CEO di Apple e Pixar, tenne un discorso in occasione della cerimonia annuale per il conferimento delle lauree a Stanford. In quell'occasione raccontò alcuni aspetti della sua vita, come le sue scelte importanti e ciò che lo spinse a compierle. Non mi dilungo nell'introduzione, perché il suo discorso è davvero toccante, quindi risulterebbe inutile. Vi dico solo che non è un monologo fine a se stesso o fine a Steve Jobs o ai "fan di Apple", è qualcosa che ci fa riflettere, specie se non abbiamo ben chiaro il nostro cammino futuro.
L'evento è presentato in due video in inglese, coi sottotitoli italiani.
Il titolo del post può sembrare strambo... Vediamo perché così non è.
Il 14 gennaio Steve Jobs ha mandato una e-mail ai dipendenti Apple, Steve Jobs ha fatto sapere che prenderà un permesso per malattia fino a fine giugno. Nell’e-mail Jobs spiega che la decisione è legata alla necessità di placare la diffusa curiosità sulla sue condizioni di salute, fonte di “distrazione” (e a volte qualcosa di più...) non solo per lui e per la sua famiglia ma anche per l’azienda nella sua interezza, e di concentrarsi sulla propria salute.
“In aggiunta” scrive Steve“la scorsa settimana ho appreso che i miei problemi di salute sono più complicati di quanto pensassi dapprincipio”.
Fino a fine giungo sarà Tim Cook a fare le veci del CEO e a sostituire Jobs nella routine quotidiana in azienda. Jobs in ogni caso verrà interpellato e continuerà a ricoprire il ruolo di Chief Executive Officer, vagliando decisioni importanti per la strategia aziendale.
“Il nostro consiglio di amministrazione supporta pienamente questa decisione”dice Jobs prima di congedarsi affettuosamente:“Non vedo l’ora di rincontrarvi tutti quest’estate.”
A questo comunicato, hanno fatto seguito le famose "distrazioni", ovvero delle speculazioni che hanno fatto scendere il titolo AAPL in borsa. Ma perché questo? Per capirlo facciamo un passo indietro di alcuni anni. Quando Steve Jobs tornò alla Apple, questa stava per fallire... Egli riuscì a salvarla, la risollevò nettamente, facendola tornare veramente competitiva, fino ad oggi (tenete presente che prima della crisi il titolo aveva quasi raggiunto i 200$). Ogni scelta, più o meno, passava per Steve Jobs, per cui col tempo si è arrivati ad identificare Apple con Steve Jobs.
Purtroppo il CEO ha problemi di salute non piccoli, tant'è che qualche anno fa è stato operato per un cancro al pancreas. Nel caso in cui venisse a mancare, Apple perderebbe ben più di un ottimo CEO, perché il valore dell'azienda è dato proprio dalla sua presenza a Cupertino.
Il fatto che non ci sia limite al peggio è dimostrato appunto dalle speculazioni che di tanto in tanto emergono. Il picco massimo di indecenza lo hanno toccato due volti noti dell’universo informativo che ruota intorno ad Apple. Dan “Fake Steve Jobs” Lyons, giornalista di Newsweek, e Jim Goldman di CNBC sono arrivati a litigare in diretta durante una trasmissione della stessa CNBC (da cui Lyons è stato successivamente bannato). Il motivo del contendere? Non è il merito della questione, ovvero la salute del CEO, come qualcuno potrebbe ottimisticamente ipotizzare. I due scafati professionisti hanno pensato bene di battibeccare su un problema prettamente giornalistico, ed inutilmente autoreferenziale. Vi rimando al video qui sotto per saperne di più (il “bello” viene a 3 minuti e 30 secondi dall’inizio).
Dan Lyons, che negli ultimi pezzi scritti per Newsweek sembra sfogare una violenta necessità di rivalsa mediatica nei confronti di Apple e di Jobs in particolare, arriva fino al punto di intimare a Goldman, uno che invece ama far vedere quanto è “ammanicato” con i grandi della Silicon Valley, di chiedere scusa a Gizmodo.
“Un piano di successione - e la Apple non lo ha nascosto nei mesi scorsi - esiste ma “per ovvie ragioni è confidenziale”, ha spiegato la società lo scorso 5 gennaio. Secondo indiscrezioni, il posto di Jobs potrebbe essere preso da un interno: in lizza ci sarebbero Philippe Schiller, che ha tenuto al posto dell’ad il discorso al MacWorld 2009, e lo stesso Cook che, come hanno commentato alcuni osservatori, “si veste anche come Jobs”.
Non si capisce bene dove, lo scorso 5 gennaio, abbiano appreso che il piano di successione c’è ma è confidenziale, dato che nell’unico comunicato ufficiale rilasciato dal Consiglio di Amministrazione in tale data di questa informazione non vi è traccia. Non sono le indiscrezioni a suggerire che il posto di Jobs possa essere preso da un interno. E’ l’unica cosa che in tutta questa storia può dirsi praticamente certa. Impeccabile la nota di costume finale; evidentemente fra gli osservatori a cui si riferisce Repubblica deve esserci anche Alfonso Signorini.
Una nota positiva. Bruno Ruffilli, su La Stampa, delinea un quadro completo ed equilibrato. A livello internazionale ci pensa Walt Mossberg, WSJ, a pacificarci con il buon giornalismo tecnologico statunitense, che però, pur perdendosi in morbose congetture, riesce sempre a distinguere fra Philip e Philippe nel riferirsi al Vice Presidente Schiller, un compito evidentemente troppo difficile per i redattori di Repubblica. Certi giornali, se si ritengono tali, non dovrebbero scrivere panzanate! Se non si intendono di un argomento chiedano ad un esperto (oltretutto in questo caso bastava spulciare qua e là qualche blog, ma forse la redazione di Repubblica aveva bisogno di riempire una pagina vuota, che poi, per quello che hanno scritto, tale è rimasta).
Concludo con un fatto positivo. Secondo Arthur Levinson, corporate director di Apple (e Google), Steve Jobs sarebbe pronto per ritornare alla guida dell’azienda come CEO per il mese di Giugno.
Durante la riunione con gli azionisti (la prima svoltasi senza la presenza di Steve Jobs), gli investitori hanno espresso la loro opinione circa il ritorno di Jobs a tempo pieno.
Arthur Levinson ha rassicurato gli azionisti ribadendo che “nothing has changed” in merito alla salute del grande CEO. E’ certo che dopo gli scarsi successi del titolo in borsa, gli azionisti sperino nel ritorno di Jobs.
Oggi, 24 febbraio 2009, l’uomo più importante di Apple compie 54 anni. Non posso non dedicargli un post (che son sicuro non leggerà mai) coi miei più sentiti auguri di buon compleanno.
In questi 54 anni ha partecipato alla crescita, e al cambiamento, del mondo dell’informatica, con un carattere e una genialità davvero particolari, che lo hanno reso un leader indiscusso, in grado di rivaleggiare con Bill Gates, papà di Microsoft.
Steve Jobs è uno dei fondatori di Apple, ha creduto fermamente nel Macintosh e quando è stato licenziato da Apple ha fondato Next e acquistato Pixar.
Con Next ha realizzato il primo antenato del Mac OS X; con Pixar, invece, ha conquistato il mondo dell’animazione tridimensionale, rendendola indipendente da LucasFilm ed esordiendo alla grande col film d'animazione Toy Story - Il mondo dei giocattoli.
Tornato in Apple, nel 1997, ha razionalizzato e rivoluzionato i prodotti di Cupertino, salvando Apple dal fallimento certo per portarla al successo attuale con iPod e iPhone.
Oggi Apple è cambiata ed è in gran forma, lui, invece, non sta passando un bel momento; ha dovuto lasciare la carica di CEO di Apple a Tim Cook per concentrarsi sulla sua precaria salute.
L’incarico di Cook durerà solo sei mesi, al termine dei quali Jobs deciderà se tornare CEO o meno. La speranza e l’augurio degli utenti Apple è che riesca a rimettersi presto e a continuare a partecipare alle decisioni di Apple, e quindi a guidare l’innovazione del mondo dell’informatica come ha fatto fino ad ora.