Gio.Kernel - Blog di Giovanni B. Saccone in diretta dall'Italia! - Apple, Mac, Lezioni di Vita, Video, Internet, News, Google, Chi più ne ha più ne metta! :-)

venerdì 27 febbraio 2009

Alternativa a Adobe Reader: Foxit Reader


Questo post è dedicato agli utenti Windows pensierosi per la falla di Adobe Reader.

Se ricordate, sabato scorso vi ho riferito della grave falla presente in tutte le versioni di Adobe Reader e Acrobat dalla 7 all'attuale. Oggi vi propongo un software alternativo che ho recentemente scoperto esistere. Si chiama Foxit Reader: è leggero, veloce e affidabile. Insomma, non è una palla al piede come Adobe Reader..!! E per giunta è gratuito! Preciso che lo suggerisco in sostituzione a Adobe Reader, non Adobe Acrobat. Potete scaricare il file installer da QUI.

Per chi invece ha bisogno di un programma per creare documenti PDF, cioè stampare documenti o immagini in formato PDF, suggerisco PDF Creator. Questo leggerissimo installer creerà una stampante virtuale che comparirà nella lista delle stampanti: da usare ovviamente per creare documenti PDF da un file di Office o da un'immagine.

Mac OS X e virus? Tanto rumore per nulla


A distanza di qualche mese dalla dichiarazione di Apple, che tanto scandalo ha suscitato, in cui si consigliava agli utenti Apple di installare un antivirus, non si hanno più notizie a riguardo.

La dichiarazione che da subito negli esperti aveva suscitato perplessità perchè imprecisa e davvero inaspettata era molto probabilmente un modo per Apple per mettersi al riparo da eventuali futuri problemi, un modo insomma per cautelarsi contro ogni evenienza. Poichè però ha suscitato un gran polverone è stata rimossa nei giorni successivi.

Anche i giornali italiani hanno dato corda alla cosa con la tipica usanza italiana dei gran titoloni scandalistici e dal contenuto dell’articolo impreciso se non errato o completamente fuorviato, nulla di nuovo insomma per noi lettori italiani. Le perle che Repubblica ci fornisce (e che nessuno sa da dove lei stessa prenda) dimostrano l'incompetenza di certe persone.

Nell’articolo di Repubblica addirittura il sedicente esperto di tecnologie che ha scritto l’articolo ha consigliato un antivirus gratuito, ClamXav, che potrei anche consigliarvi di installare, così che possiate andare sulla pagina principale del programma e leggere che “Today, the number of viruses actively attacking OS X users is…NONE! However, this doesn’t mean we should get complacent about checking incoming email attachments or web downloads, for two reasons. Firstly, there’s no guarantee that we Mac users will continue to enjoy the status quo, but more importantly, the majority of the computing world use machines running MS Windows, for which an enormous quantity of viruses exist, so we must be vigilant in checking the files we pass on to our friends and colleagues etc.”

Insomma anche gli esperti di virus vi dicono di installare il loro programma solo per salvaguardare i vostri amici con Windows. Insomma, potete proprio dimenticarvi che cosa sia un virus finchè userete un Mac! Qui uno spot che Apple mise sul suo sito...





Per chi viene dal mondo Windows, può sembrare davvero strano non ricevere avvisi di sicurezza o riguardanti virus e aggiornamenti di protezione da virus. Il motivo è semplice: Mac, basato su sistema UNIX, è molto più sicuro e resistente agli attacchi di malware e virus, così da non richiedere nessun tipo di protezione, se non un firewall presente nel sistema operativo e un po’ di attenzione da parte degli utenti.

Ogni volta che un programma va a scrivere nelle librerie o a modificare aspetti del sistema operativo vi verrà chiesta la password del sistema, non vi spaventate quando uscirà la maschera ma semplicemente date l’autorizzazione al programma che eseguite. Ovviamente il sistema operativo non è così rompiscatole come succede in Windows (vedi il seguente spot Apple).






E’ così sicuro il vostro sistema da far dire a Apple che non esistono virus per Mac e solo a fine 2006 è stato trovato il primo “virus” per Mac, tra virgolette perchè non essendo a diffusione automatica (bisognava accettarlo via chat e poi aprirlo), è difficile paragonarlo ai veri e propri virus a cui si era abituati su Windows. Quindi, neo utenti Mac, dormite pure sogni tranquilli!

giovedì 26 febbraio 2009

Steve Jobs, Apple e la loro salute


Il titolo del post può sembrare strambo... Vediamo perché così non è.

Il 14 gennaio Steve Jobs ha mandato una e-mail ai dipendenti Apple, Steve Jobs ha fatto sapere che prenderà un permesso per malattia fino a fine giugno.
Nell’e-mail Jobs spiega che la decisione è legata alla necessità di placare la diffusa curiosità sulla sue condizioni di salute, fonte di “distrazione” (e a volte qualcosa di più...) non solo per lui e per la sua famiglia ma anche per l’azienda nella sua interezza, e di concentrarsi sulla propria salute.

“In aggiunta” scrive Steve “la scorsa settimana ho appreso che i miei problemi di salute sono più complicati di quanto pensassi dapprincipio”.

Fino a fine giungo sarà Tim Cook a fare le veci del CEO e a sostituire Jobs nella routine quotidiana in azienda. Jobs in ogni caso verrà interpellato e continuerà a ricoprire il ruolo di Chief Executive Officer, vagliando decisioni importanti per la strategia aziendale.

“Il nostro consiglio di amministrazione supporta pienamente questa decisione” dice Jobs prima di congedarsi affettuosamente: “Non vedo l’ora di rincontrarvi tutti quest’estate.”


A questo comunicato, hanno fatto seguito le famose "distrazioni", ovvero delle speculazioni che hanno fatto scendere il titolo AAPL in borsa. Ma perché questo? Per capirlo facciamo un passo indietro di alcuni anni. Quando Steve Jobs tornò alla Apple, questa stava per fallire... Egli riuscì a salvarla, la risollevò nettamente, facendola tornare veramente competitiva, fino ad oggi (tenete presente che prima della crisi il titolo aveva quasi raggiunto i 200$). Ogni scelta, più o meno, passava per Steve Jobs, per cui col tempo si è arrivati ad identificare Apple con Steve Jobs.

Purtroppo il CEO ha problemi di salute non piccoli, tant'è che qualche anno fa è stato operato per un cancro al pancreas. Nel caso in cui venisse a mancare, Apple perderebbe ben più di un ottimo CEO, perché il valore dell'azienda è dato proprio dalla sua presenza a Cupertino.

Il fatto che non ci sia limite al peggio è dimostrato appunto dalle speculazioni che di tanto in tanto emergono. Il picco massimo di indecenza lo hanno toccato due volti noti dell’universo informativo che ruota intorno ad Apple. Dan “Fake Steve Jobs” Lyons, giornalista di Newsweek, e Jim Goldman di CNBC sono arrivati a litigare in diretta durante una trasmissione della stessa CNBC (da cui Lyons è stato successivamente bannato). Il motivo del contendere? Non è il merito della questione, ovvero la salute del CEO, come qualcuno potrebbe ottimisticamente ipotizzare. I due scafati professionisti hanno pensato bene di battibeccare su un problema prettamente giornalistico, ed inutilmente autoreferenziale. Vi rimando al video qui sotto per saperne di più (il “bello” viene a 3 minuti e 30 secondi dall’inizio).



Dan Lyons, che negli ultimi pezzi scritti per Newsweek sembra sfogare una violenta necessità di rivalsa mediatica nei confronti di Apple e di Jobs in particolare, arriva fino al punto di intimare a Goldman, uno che invece ama far vedere quanto è “ammanicato” con i grandi della Silicon Valley, di chiedere scusa a Gizmodo.

In Italia non va molto meglio e i giornalisti pagano lo scotto di occuparsi di Apple solamente per gli eventi comandati (WWDC, Macworld) e in occasione degli special events o delle cattive notizie. Questo paragrafo tratto dall’articolo di Repubblica, che perlomeno stavolta non ha usato una foto da cui ha rimosso il watermark di setteB.IT e TAL, parla da solo:

“Un piano di successione - e la Apple non lo ha nascosto nei mesi scorsi - esiste ma “per ovvie ragioni è confidenziale”, ha spiegato la società lo scorso 5 gennaio. Secondo indiscrezioni, il posto di Jobs potrebbe essere preso da un interno: in lizza ci sarebbero Philippe Schiller, che ha tenuto al posto dell’ad il discorso al MacWorld 2009, e lo stesso Cook che, come hanno commentato alcuni osservatori, “si veste anche come Jobs”.

Non si capisce bene dove, lo scorso 5 gennaio, abbiano appreso che il piano di successione c’è ma è confidenziale, dato che nell’unico comunicato ufficiale rilasciato dal Consiglio di Amministrazione in tale data di questa informazione non vi è traccia. Non sono le indiscrezioni a suggerire che il posto di Jobs possa essere preso da un interno. E’ l’unica cosa che in tutta questa storia può dirsi praticamente certa. Impeccabile la nota di costume finale; evidentemente fra gli osservatori a cui si riferisce Repubblica deve esserci anche Alfonso Signorini.

Una nota positiva. Bruno Ruffilli, su La Stampa, delinea un quadro completo ed equilibrato. A livello internazionale ci pensa Walt Mossberg, WSJ, a pacificarci con il buon giornalismo tecnologico statunitense, che però, pur perdendosi in morbose congetture, riesce sempre a distinguere fra Philip e Philippe nel riferirsi al Vice Presidente Schiller, un compito evidentemente troppo difficile per i redattori di Repubblica. Certi giornali, se si ritengono tali, non dovrebbero scrivere panzanate! Se non si intendono di un argomento chiedano ad un esperto (oltretutto in questo caso bastava spulciare qua e là qualche blog, ma forse la redazione di Repubblica aveva bisogno di riempire una pagina vuota, che poi, per quello che hanno scritto, tale è rimasta).

Concludo con un fatto positivo. Secondo Arthur Levinson, corporate director di Apple (e Google), Steve Jobs sarebbe pronto per ritornare alla guida dell’azienda come CEO per il mese di Giugno.

Durante la riunione con gli azionisti (la prima svoltasi senza la presenza di Steve Jobs), gli investitori hanno espresso la loro opinione circa il ritorno di Jobs a tempo pieno.

Arthur Levinson ha rassicurato gli azionisti ribadendo che “nothing has changed” in merito alla salute del grande CEO. E’ certo che dopo gli scarsi successi del titolo in borsa, gli azionisti sperino nel ritorno di Jobs.


mercoledì 25 febbraio 2009

Safari 4 Beta è il più veloce dei browser Web


Ben 42 volte più veloce di Internet Explorer 7 ma anche circa 3,5 volte più veloce di Firefox 3. Cnet ha effettuato alcuni test confrontando tutti i principali browser in circolazione: il nuovo Safari 4 Beta batte tutti di diverse lunghezze.

Apple ha dichiarato le prestazioni superiori di Safari 4 Beta nel comunicato stampa rilasciato ieri al momento della presentazione. I primi test indipendenti eseguiti confrontando le prestazioni dei principali programmi di navigazione Web confermano quanto annunciato ieri da Cupertino.

Ci stiamo riferendo ai risultati pubblicati da Cnet in cui Safari 4 in versione Beta supera di diverse lunghezze tutti i browser oggi disponibili. Oltre a risultare ben 42 volte più veloce di Internet Explorer 7, Safari 4 primeggia anche sui browser di ultima generazione, in particolare risultando 3,5 volte più veloce di Firefox 3 e 1,2 volte più veloce di Google Chrome. A suo tempo quest'ultimo è stato definito come il programma di navigazione Web più veloce nei giorni del rilascio.

Le prove di Cnet sono state eseguite sia in ambiente Mac OS X sia su PC utilizzando la suite di test SunSpider che rileva le prestazioni del browser nell'esecuzione del codice JavaScript.

Gli utenti che desiderano confrontare le prestazioni del nuovo Safari 4 Beta con quelle di altri programmi di navigazione Web possono accedere a questa pagina per eseguire il test SunSpider direttamente nel browser utilizzato. Per confrontare i risultati è sufficiente copiare il link del risultato all'interno della pagina di un altro test.

E a Redmond si vantano tanto della versione beta di Windows 7... Mac OS X è stabile ed efficiente dalla nascita, Safari 4 Beta conferma l'andazzo brillante di Apple! Speriamo che Microsoft si svegli davvero, non solo con Windows 7 che dicono essere migliore di Vista, ma anche con Internet Explorer..!!

martedì 24 febbraio 2009

L'UE potrebbe obbligare Microsoft ad offrire browser alternativi


L'Unione Europea è intenzionata a chiedere a Microsoft di offrire una scelta tra browser quando si installa Windows. La notizia, che cade nel contesto di una querelle aperta da una denuncia di Opera a cui si è unita in una fase successiva anche il team Mozilla secondo i quali Redmond abusa della sua posizione dominante nei sistemi operativi per schiacciare la concorrenza nel settore dei browser, viene data da EuroActive, un sito specializzato in notizie che riguardano l'UE.

"Se le conclusioni preliminari della Commissione - ha detto Jonathan Todd, portavoce del commissario alla concorrenza Neelie Kroes - saranno confermate, l'UE intende imporre un rimedio che permetta agli utenti e a chi produce hardware di avere una scelta libera tra Internet Explorer e altri browser di terze parti". Questo significherebbe, secondo Todd "disegnare Windows in maniera tale da permettere una scelta tra browser concorrenti in aggiunta o al posto di Internet Explorer". Alternativamente toccherebbe ai produttori di hardware fornire ai loro clienti un sistema per scegliere tra i browser, ovviamente sempre in collaborazione con Microsoft.

Tra i browser che potrebbero essere offerti alla scelta degli utenti Todd, oltre ad Opera, Chrome e Firefox, cita esplicitamente anche Safari.

Secondo EuroActive l'idea dell'UE scaturisce sulla scorta degli insegnamenti e degli errori commessi nel caso Windows Media Player. Anche allora Redmond era stata giudicata colpevole di avere imposto una sua tecnologia, schiacciando con il potere del sistema operativo, ma il rimedio imposto (una versione di Windows priva di Windows Media Player) si era risolta in un vero fallimento. Le copie di Windows privo del player, vendute allo stesso prezzo di quelle con il player, si sono contate, probabilmente, nella misura di qualche decina con effetto pari a zero.

Microsoft ha replicato sostenendo di avere intenzione di condurre il proprio business "in pieno accordo con la legge europea. Studiamo la risposta dell'Unione Europea".

Redmond dovrà presentare una replica entro metà marzo e potrebbe, dice EuroActive, anche chiedere un'udienza. Fino alla definizione di questi passaggi l'UE non assumerà alcuna decisione definitiva.

Insomma, è vero che Bill Gates non è più il CEO Microsoft, ma è anche altrettanto vero che Steve Ballmer non ha proprio cambiato i caratteri distintivi di Microsoft... Dopo tutto, il lupo perde il pelo ma non il vizio..!!

Buon Compleanno, Steve Jobs!

Oggi, 24 febbraio 2009, l’uomo più importante di Apple compie 54 anni. Non posso non dedicargli un post (che son sicuro non leggerà mai) coi miei più sentiti auguri di buon compleanno.

In questi 54 anni ha partecipato alla crescita, e al cambiamento, del mondo dell’informatica, con un carattere e una genialità davvero particolari, che lo hanno reso un leader indiscusso, in grado di rivaleggiare con Bill Gates, papà di Microsoft.

Steve Jobs è uno dei fondatori di Apple, ha creduto fermamente nel Macintosh e quando è stato licenziato da Apple ha fondato Next e acquistato Pixar.

Con Next ha realizzato il primo antenato del Mac OS X; con Pixar, invece, ha conquistato il mondo dell’animazione tridimensionale, rendendola indipendente da LucasFilm ed esordiendo alla grande col film d'animazione Toy Story - Il mondo dei giocattoli.

Tornato in Apple, nel 1997, ha razionalizzato e rivoluzionato i prodotti di Cupertino, salvando Apple dal fallimento certo per portarla al successo attuale con iPod e iPhone.

Oggi Apple è cambiata ed è in gran forma, lui, invece, non sta passando un bel momento; ha dovuto lasciare la carica di CEO di Apple a Tim Cook per concentrarsi sulla sua precaria salute.

L’incarico di Cook durerà solo sei mesi, al termine dei quali Jobs deciderà se tornare CEO o meno. La speranza e l’augurio degli utenti Apple è che riesca a rimettersi presto e a continuare a partecipare alle decisioni di Apple, e quindi a guidare l’innovazione del mondo dell’informatica come ha fatto fino ad ora.

Nuova pubblicità web per i MacBook Pro



Lo spot è attualmente visionabile sulla Home Page di ArsTechnica, ma pare sia stato avvistato anche sul New York Times, e descrive le prodezze tecnologiche del portatile Apple in termini di durata della carica, vita totale della batteria per concludere infine con il motto: i nuovi MacBook, la famiglia più verde di portatili.


Questo spot è sullo stile di quello apparso sul sito di Yahoo in merito all'iPod Touch...

lunedì 23 febbraio 2009

Bluetooth sposerà WiFi


Falliti i progetti di matrimonio con la tecnologia Ultra-Wideband (UWB), la stessa alla base dell'imminente Wireless USB, la tecnologia Bluetooth convolerà presto a nozze con WiFi. Dopo circa un anno e mezzo di lavoro, Bluetooth Special Interest Group (SIG) sembra ormai vicino a pubblicare la specifica Alternate MAC/PHY, che combinerà i vantaggi di Bluetooth, quali la possibilità di instaurare rapidamente connessioni paritetiche (P2P) fra più dispositivi, con l'elevata velocità di trasferimento dati di WiFi.

Al fine di ottimizzare la durata della batteria, la nuova specifica prevede che WiFi venga utilizzato solo quando realmente necessario: ad esempio, per trasferire file di grandi dimensioni o fare lo streaming di contenuti multimediali. In pratica, dunque, i dispositivi capaci di supportare il neo-standard continueranno a cercarsi e connettersi tra loro utilizzando Bluetooth: non appena gli utenti avvieranno un trasferimento o la riproduzione di contenuti in streaming, la comunicazione verrà passata al layer 802.11b/g, che trasferirà i dati alla velocità massima di 54 Mbps (il supporto a 802.11n verrà probabilmente aggiunto in futuro). Una volta che il trasferimento o lo streaming sarà finito, WiFi verrà disconnesso e il controllo tornerà a Bluetooth.

Bluetooth SIG afferma che Alternate MAC/PHY potrà essere utilizzato, ad esempio, per sincronizzare la libreria di musica tra PC e lettore MP3, stampare una foto direttamente dalla fotocamera, o inviare verso un televisore un video memorizzato su un dispositivo mobile.

La cosa più interessante è che, stando a quanto spiegato da un manager di Broadcom, alcuni dei propri chip wireless supportano già Alternate MAC/PHY: ciò lascia intendere che certi dispositivi mobili oggi in commercio possano avvalersi della simbiosi tra Bluetooth e WiFi con un semplice aggiornamento del firmware o del software di sistema.

Le funzionalità contemplate dalla specifica Alternate MAC/PHY sono rese possibili dal servizio Service Discovery del protocollo Bluetooth, capace di negoziare connessioni wireless utilizzando altri protocolli di rete.

Essendo una sorta di protocollo intermediario, Bluetooth rende di fatto possibile l'interoperabilità fra tecnologie wireless differenti, semplificando significativamente la comunicazione fra i dispositivi mobili. Alcuni osservatori affermano però che sarebbe assai più positivo se il mercato convergesse verso uno standard unico, o al massimo due: la coesistenza di più tecnologie wireless, seppure ciascuna ottimizzata per un certo ambito d'impiego, moltiplica i circuiti radio integrati nei dispositivi mobili e, di conseguenza, il loro costo, la loro dimensione e il loro consumo di energia.

Bluetooth SIG prevede di pubblicare la versione finale di Alternate MAC/PHY intorno alla metà di quest'anno, ma i più ottimisti parlano di aprile.

L'Europa vuole le chiavi di Skype

Le intercettazioni via Skype non sono più una questione solo italiana. Anche l'Unione Europea è stata investita del problema, e l'agenzia Eurojust ha avviato un'indagine formale per stabilire quali siano i mezzi tecnici e giuridici necessari ad implementare un meccanismo di wiretapping analogo a quello già esistente per la telefonia fissa e mobile tradizionale.

"Dietro richiesta della Direzione Nazionale Antimafia di Roma - si legge in una nota - la rappresentanza italiana presso Eurojust giocherà un ruolo fondamentale nel coordinamento e nella cooperazione per l'investigazione nell'utilizzo dei sistemi di telefonia internet (VoIP), quale Skype". L'agenzia, prosegue poi il comunicato, sarà a disposizione degli organi giudiziari dei paesi membri per "superare gli ostacoli tecnici e giuridici all'intercettazione dei sistemi di telefonia internet, tenendo conto delle differenti regole per la protezione dei dati e il diritto alla privacy".

L'iniziativa in sede UE segue di poche ore quella analoga del ministero degli Interni italiano, che aveva dato vita la scorsa settimana ad una "task force per decriptare le informazioni che viaggiano su Skype", su mandato diretto del titolare del dicastero, il ministro Roberto Maroni. Una task force interforze, nata con "l'obiettivo di ricercare soluzioni tecnologiche e normative per rendere fruibili ai fini investigativi e giudiziari le intercettazioni telematiche". Al Ministero sembrano dunque preoccupati dell'utilizzo che di queste tecnologie possono fare i malviventi. Lo scopo di questa iniziativa comunitaria "non è impedire agli utenti di giovarsi di queste tecnologie, ma di prevenire che i criminali utilizzino Skype e altri sistemi per organizzare le loro azioni illegali".

La questione della cifratura del protocollo Skype è tuttavia complessa. Lo scorso anno, la Cina aveva fatto sapere di aver iniziato l'intercettazione di tutte le chat testuali effettuate attraverso il programma di instant messaging di proprietà di eBay. Dalla vicina Austria, inoltre, era giunta notizia che l'indecifrabile cifratura delle telefonate non fosse poi così indecifrabile: sarebbe bastato chiedere le chiavi al produttore per ottenere gli stessi servizi già oggi possibili su altri tipi di protocolli e protezioni numeriche.

In ogni caso, la sede legale di Skype Technologies - vale a dire chi detiene il marchio e la tecnologia di Skype è in Lussemburgo: da notare che sebbene il piccolo stato sia membro dell'Unione Europea sin dalla sua fondazione, il suo ordinamento giuridico peculiare al momento sembra tenere fuori dalla portata degli altri paesi la riservatezza delle chiacchiere fatte a mezzo del programma. A meno, naturalmente, di diversi accordi in tal senso. Skype ha già fatto sapere che, da parte dell'azienda, c'è tutto l'interesse a collaborare.

domenica 22 febbraio 2009

Povero Zune

Piccola chicca per Microsoft made in Griffin... :-)



Ci si mettono anche i Griffin. “Oh wait, I have an iPod, like the rest of the world”.